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      II.
      Trattandosi di scrittore ebreo, la prima cosa č analizzare le espressioni da esso usate nella lingua originale, per vedere di trovarvi qualche accenno all'idea che l'Autore ebbe in mente scrivendo. Alle due parole latine interiora Austri corrispondono nel testo massoretico queste altre due: chadrę theman.
      Qui chadrę č un plurale (in stato costrutto) di cheder, il qual nome secondo i lessici significa camera e pių propriamente camera interiore di un appartamento, quali sono le camere riservate per il gineceo, le camere da letto, quelle destinate agli ammalati, quella dov'č il talamo nuziale, la cella interiore del tempio dov'eran le statue degli idoli, e finalmente i magazzini o gazofilacii dove si custodivano le provvigioni e le cose preziose; insomma, generalmente parlando, le stanze meglio custodite e non accessibili al primo venuto, quelle che i Latini usarono designare col nome di penetrale o di penetralia. Tutti questi significati del vocabolo cheder si possono giustificare con buone prove desunte da passi non oscuri dell'Antico Testamento70.
      Oltre a questo significato proprio si usava attribuire alla parola cheder anche un senso traslato o metaforico, per significare la parte pių interna o pių riposta di qualunque cosa; di che si hanno parecchi esempi nel libro dei Proverbi, il quale usa la frase chadrę beten, penetrali del ventre, per designare i pių intimi affetti e sentimenti dell'uomo (XVIII, 8: XX, 27 e 30 : XXVI, 22). In tutti questi luoghi la Vulgata rende quella frase per interiora ventris o secreta ventris.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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