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      Anzitutto sarà dunque necessario procurarsi un'immagine approssimata del cielo australe, quale esso si presentava l'anno 750 avanti Cristo, che supponiamo rappresentare l'epoca del libro di Giobbe. Su tal'epoca, come è noto, gli studiosi della letteratura ebraica non hanno ancora potuto mettersi d'accordo75: fortunatamente per noi, tre o quattro secoli in più od in meno non cambiano essenzialmente i termini della questione.
      Sopra un globo celeste si segni il punto, di cui l'ascension retta è 17° e la declinazione australe 75°. Tal punto indicherà prossimamente (se il globo usato non è troppo vecchio) la posizione che aveva fra le stelle il polo antartico del cielo l'anno 750 avanti Cristo. Dal medesimo punto come polo, prendendo una apertura di compasso che abbracci sul globo 32° di circolo massimo, si descriva una circonferenza. Entro questa si troveranno tutte le stelle, che non erano visibili sull'orizzonte della Palestina (e dei luoghi posti sotto la latitudine 32° Nord) nello stesso anno 750 avanti Cristo. Se poi fuori di essa circonferenza, dal medesimo polo, se ne descriva un'altra distante da quella di 20°, avremo così delimitato sul globo fra le due circonferenze una zona sferica della larghezza di 20°, entro la quale saranno comprese tutte le stelle, che l'anno 750 avanti Cristo culminavano in Palestina ad un'altezza minore di 20° sull'orizzonte australe; tali pertanto da doversi fra esse cercare la costellazione dei chadrê theman, dato che non si debba annoverarla fra le invisibili.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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