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      G. SCHIAPARELLICAPITOLO I.
      INTRODUZIONEIl popolo d'Israele, i suoi sapienti e le sue cognizioni scientifiche - Natura e Poesia - Quadro generale del mondo fisico nel libro di Giobbe - Critica delle fonti.
      1. Al popolo ebreo non toccò in sorte la gloria di creare i principi delle scienze, e nemmeno quella di levare ad alto grado di perfezione l'esercizio delle belle arti; l'una e l'altra delle quali cose furono grande ed imperitura lode dei Greci. Non fu un popolo conquistatore; e poco o nulla conobbe dell'alta politica e della sapienza amministrativa per cui tanto fu celebrato il nome di Roma. La sua propria indole e il corso degli eventi lo fecero atto invece alla non meno importante missione di purificare il sentimento religioso, e di preparare la via al monoteismo, nella quale segnò le prime luminose tracce. Nel travaglioso adempimento di questo gran cómpito Israele visse, sofferse, ed esaurì tutto sè stesso. La sua storia, la sua legislazione, la sua letteratura furono essenzialmente coordinate a questo scopo; la scienza e l'arte furono per lui cose secondarie. Nessuna meraviglia pertanto, che piccoli e deboli passi siano stati da esso segnati nel campo delle concezioni e delle speculazioni scientifiche, e che in ciò sia stato grandemente superato dai suoi vicini del Nilo e dell'Eufrate.
      Non si creda tuttavia, che gli Ebrei fossero indifferenti alle cose della natura, che non avessero posto attenzione ai suoi spettacoli cosi varii e cosi maravigliosi, e che non avessero cercato di rendersene ragione in qualche modo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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