Pagina (175/604)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vorrà il bue selvatico servirti ed appressarsi alla tua mangiatoia, potrai tu legarlo ai tuoi solchi per romper le glebe della valle dietro a te; e vorrai tu fidarti della sua grande forza, e addossandogli il tuo lavoro, sarai tu sicuro che ti restituisca la biada e per te la raccolga sull'aja? Son più utili le ali allo struzzo, od a noi le sue penne? Egli abbandona alla terra le sue uova, e le cova nella sabbia, e dimentica che un piede può romperle e le belve del campo calpestarle; duro verso i suoi nati, li tratta come se nulla gli appartengano, privo d'ogni sollecitudine; perchè Iddio li ha fatti stolidi e senza alcuna intelligenza. A suo tempo tuttavia solleva le ali, e si ride del cavallo e del cavaliere. Sei tu, che hai dato al cavallo la sua forza, ed al suo collo la criniera? che lo fai saltare come una locusta mentre spande terrore col suo potente nitrito? Zappa il terreno coll'unghia, ed esulta audacemente, procedendo alla battaglia: disprezza la paura e non retrocede di fronte alla spada. Suoni la faretra sopra di lui, l'asta fulminea ed il giavellotto; bollente e fremente divora la terra, e non aspetta il suon della tromba. Come questa ha suonato, grida esultando, odora la battaglia da lunge, il tuonar dei duci, e l'urlo di guerra. Forse è per la tua sapienza che l'avoltojo si eleva nell'aria, espandendo le sue ali contro l'Austro? od al tuo comando vola in alto l'aquila, e fa il nido in luoghi inaccessibili? Abita le rupi e gli aspri scogli; di là esplora la preda con occhio che vede da lungi; i suoi pulcini sorbono il sangue, e dove son cadaveri, ivi si trova.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Iddio Austro