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      21. Per mezzo di cataratte o saracinesche (arubboth) regolate dalla mano di Jahve144 le acque superiori vengono distribuite sopra la terra in forma di pioggia, non senza norma di tempo e di luogo145. Notissima è la descrizione del diluvio, nel quale ad inondar la terra si apersero, oltre alle fonti del grande abisso, anche le cataratte del cielo146. Questa curiosa concezione, la quale manifestamente è stata prodotta dal desiderio di spiegare il fenomeno della pioggia, si trova ripetuta nella Genesi, nei libri dei Re, nei Salmi, e nei Profeti; nè sembra possibile intenderla in senso metaforico e adattarla ai nostri concetti147; essa è infatti in intima connessione coll'altro concetto delle acque superiori. Attesa la forma rotondeggiante e convessa del firmamento, le acque superiori non potrebbero starvi su, se una seconda parete non le contenesse lateralmente e di sopra. Perciò una seconda vôlta sopra a quella del firmamento chiude con esso uno spazio, dove stanno i serbatoi (otsaroth, ??sa????, thesauri) della pioggia, della grandine, e della neve148. I quali sono ministri ora della bontà, ora della collera dell' Onnipotente149, e dalla sua mano son mantenuti pieni, mentre l'acqua caduta non ritorna più in alto, ma si converte in semi ed in frutti per uso degli animali e degli uomini150. Nella zona inferiore di detto spazio, a livello delle terre e dei mari ed intorno ad esse, stanno i serbatoi dei venti151, i quali aprendosi or da una parte or dall'altra in tutte le direzioni dell'orizzonte danno origine alle correnti aeree.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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