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      Tuttavia furono aberrazioni di carattere transitorio; ed è non piccolo onore per la nazione ebrea di aver saputo vedere l'inanità di quella e di tutte le altre specie di divinazione. Il gran profeta dell'esilio198 rimprovera sarcasticamente i Babilonesi, perchè avevan fede nei partitori del cielo (cioè negli astrologi), e cercavan di leggere il futuro nelle stelle; mentre Geremia (X. 2) esclama: Non temete i segni del cielo, di cui hanno paura le genti. La storia susseguente prova, che questi avvertimenti ebbero il loro effetto. Di quale altra fra le antiche nazioni civili si può dire altrettanto?
     
      Capitolo IV.
      LE COSTELLAZIONIDifficoltà dell'argomento - L''asch od 'ajisch, ed i suoi figli - Il kesil ed i kesilim - La kimah - I penetrali dell'Austro - I mezarim - Il supposto Dragone - Il rahab.
      39. Circa l'uranografia degli Ebrei poche notizie possiamo ricavare dall'Antico Testamento, e queste anche per lo più assai incerte. Tutte le nostre fonti si riducono a tre passi del libro di Giobbe e ad uno di Amos, dove son fatti i nomi di alcune fra le costellazioni più notabili del cielo. Ma la identificazione di questi nomi con costellazioni oggi conosciute, non può farsi sopra basi sicure. Sembra che i cosi detti LXX, i quali tradussero in greco i libri dell'Antico Testamento in un'epoca di solo due o tre secoli posteriore a quella di Esdra, a vantaggio dei quali dunque vigeva ancora una tradizione orale abbastanza fresca, avrebbero dovuto conoscere il significato di quei nomi assai meglio che i moderni, guidati solo da più o meno probabili congetture.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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