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      Dovrebbe dunque esser possibile nell'ebraico derivare matsaroth da natsar nel senso di guardia, come nell'assiro nel medesimo senso si deriva matsartu da natsaru. E si vede ancora che il significato puro e semplice di guardia o custodia, meglio che quello proposto da Talbot di stelle determinatrici del cambiamento di sentinelle, corrisponde alla natura delle analoghe derivazioni usate nella lingua ebraica.
      67. Anche č da osservare che il problema di determinare ad ogni istante l'ora della notte dal solo aspetto delle costellazioni, non č cosi semplice come qualcuno potrebbe immaginarsi, e richiede un continuato studio del cielo e delle sue apparenze nelle diverse stagioni dell'anno. Ed č molto dubbio che presso gli eserciti assiri (ed in generale, presso qualunque esercito antico o moderno) la scienza astronomica abbia raggiunta un'altezza tale da rendere possibile questo modo di cambiar le sentinelle. Probabilmente si impiegava a ciņ qualche mezzo applicabile anche a cielo annuvolato; e bastava forse allo scopo la lunga abitudine di stimare le durate di .tempo senza alcun aiuto estraneo.
      68. Ciņ malgrado sta il fatto che, quando con Talbot si assuma la forma matsaroth, e la si consideri come derivata dal verbo ebraico natsar, il significato che se ne deduce di guardia o di sentinella puņ condurre ad una interpretazione plausibile, purchč fra gli astri si trovi qualche cosa che bene ad esso risponda. Risponderebbero bene a tale condizione, per esempio, le due Orse, delle quali si puņ dire che fanno guardia continuata in cielo, e che si potrebbero anche considerare come due sentinelle poste a custodia del polo artico celeste.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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