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      Questa è una seconda relazione, che fissava il calendario ebraico rispetto alle stagioni. Il 50° giorno dall'offerta del 'omer, che ricorreva nella prima metà del terzo mese (dal 6 al 13 del mese all'incirca), doveva capitare a messe compiuta.
      Altre feste (oltre a quelle consuete dei Sabbati e dei novilunii) non occorrevano nel calendario ebraico fino al settimo mese. Ma il primo giorno del settimo mese si celebrava con suono di trombe la festa commemorativa del theru'ah, o dell'allegro schiamazzo331. Si è voluto ravvisar qui la memoria dell'antico uso di celebrare allegramente con strepiti d'ogni genere il principio dell'anno, quando esso cadeva in autunno, e coincideva colla vendemmia, o di poco la seguiva. La corrispondente festa nel principio del primo mese non è mai stata celebrata; nel nuovo sistema dei mesi il principio dell'anno non era contrassegnato da alcuna solennità speciale, diversa da quella che si usava per tutti i novilunii.
      Nel settimo mese e precisamente nel plenilunio il 15 del mese cominciava la terza delle grandi solennità annuali, quella che anticamente si chiamava la festa dei raccolti e più tardi la festa dei tabernacoli. Essa durava 7 giorni dal 15 al 21 e si celebrava come ringraziamento, dopo finita la raccolta dell'uva e delle olive. La sua epoca cadeva di regola nell'ottobre nostro; e doveano in quel tempo esser finite le raccolte del campo e della vigna; il che dà una terza connessione del calendario ebraico colle stagioni e col corso del Sole.
      97. Questo calendario adunque, tanto nella sua forma antica cananea, quanto nella forma ora descritta, era indissolubilmente legato al corso del Sole.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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