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      Prova ne sia il saggio, a dir vero alquanto fantastico, che d'una simile proposta, principalmente relativa al Tempio, al clero, ed ai riti, si conservò fino a noi negli ultimi nove capitoli del libro di Ezechiele; del quale non poche tracce riuscirono a farsi strada, dopo molto tempo, nel Codice definitivo. Ed un altro esempio di questo processo di formazione troviamo nel capo VII di Zaccaria, dove si vede chiaramente che al suo tempo eran rimaste insolute certe questioni del rituale, e che erano allora in uso certe pratiche, di cui nella legge posteriore non si trova più cenno. A tutte queste incertezze pose fine in qualche modo la legislazione di Esdra, proclamata solennemente e giurata dal popolo nell'anno 445 o poco stante; non tanto però, che nuove addizioni e modificazioni di grande importanza non si facessero ancora fino al tempo (verso il 400 avanti Cristo?) in cui la Thorah fu consacrata definitivamente come canone sacro ed invariabile, sotto forma dell'attuale Codice del Pentateuco. Il quale pertanto non è maraviglia che sia riuscito un'agglomerazione non sempre bene ordinata di leggi appartenenti ad epoche diverse, e talvolta anche contradittorie.
      122. Ritornando ora alle due leggi contenute nel capo XXV del Levitico, osserviamo che l'una di esse, quella dell'anno Sabbatico, benchè sancita così tardi (§§ 110 e 111), sembra sia stata proposta già durante l'esilio. Perchè poco appresso (XXVI, 33, 34, 35) si anunnzia, che al tempo dell'esilio "la terra si compiacerà nei suoi Sabbati tutto il tempo ch'ella resterà deserta, e che voi sarete nel paese dei vostri nemici.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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