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      Inoltre tacitamente egli ammette come cosa sicura che tali connessioni e tali indizi al tempo dello scrittore fossero le medesime che in Palestina, non ponendo mente alla diversità della latitudine e del clima. E sembra anche persuaso che su tali connessioni e su tali indizi Ebrei e Greci dovessero necessariamente giudicare nella medesima maniera, e che la loro scienza astrometeorologica si componesse dei medesimi elementi combinati in identica forma. Essendo pertanto da una parte e dall'altra quattro il numero delle costellazioni, e dovendo l'ordine dei nomi presso Giobbe esser il medesimo che quello delle costellazioni in cielo, basterà assegnare ad un solo nome la corrispondente costellazione perchè tutto sia determinato. Stern ammette col maggior numero degli interpreti (e come anche in questo libro si è fatto) che Kesil sia equivalente ad Orione. Dato questo, non rimane altro a fare che scrivere parallelamente le due serie in modo che Kesil ed Orione si corrispondano, il che succede cominciando l'una con Kimah e l'altra col Cane; e si ottieneKimah = Sirio
      Kesil = Orione
      Mazzaroth = Hyadi
      'Ajisch = Plejadi
      Così il sistema è completo in tutte le sue parti ed in tutte le sue conseguenze. Stern passa quindi a sviluppare con grande abilità i suoi argomenti in favore di ciascuna delle identificazioni da lui proposte.
      Rispetto all'eqiuvalenza di Kimah e di Sirio egli non trova altro a dire se non questo, che fra le splendide costellazioni nominate in Giobbe non doveva mancare la stella più luminosa del cielo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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