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      Comparati col testo biblico questi cilindri condurrebbero a supporre che le mazzaloth non fossero altro che i pianeti. Ma non sembra plausibile paragonare quel testo con monumenti di epoca tanto più antica. I kudurru o pietre terminali posteriori al secolo XII presentano già un tipo diverso: La gran triade astronomica vi occupa un posto preminente, ma non vi si vedono le sette stelle; probabilmente perchè gli emblemi dei pianeti figurano fra le molte cose ancora inesplicate di quelle pietre e non sappiamo ancora riconoscerli. Dall'esame delle pietre terminali abbiamo nel capitolo V tratta la deduzione che Mazzaloth sia forse da identificare con Venere. Questa interpretazione sembra confermata dal basso rilievo di Esarbaddon, dove insieme alle grandi divinità dell'Olimpo assiro (i Ba 'alim della Bibbia), stanno i tre membri della gran triade astronomica Luna, Sole e Venere (mazzaloth), e i pianeti (esercito del cielo). La corrispondenza col testo biblico è perfetta ed è data da un monumento contemporaneo al maggior fiorire dell'idolatria nel regno di Giuda. Eguali e non meno stringenti sono le conclusioni suggerite dal bronzo di Palmira, di cui si è fatta menzione, il quale sembra datare da un epoca non molto diversa. Nella zona superiore di questo singolarissimo bassorilievo son figurate prima quattro divinità (celesti?) per mezzo dei loro emblemi. Viene poi la gran triade astronomica nell'ordine Venere, Sole, Luna, dove il Sole è rappresentato secondo il tipo di Assiria. Seguono da ultimo le sette stelle regolarmente disposte nelle loro due file di quattro e di tre.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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