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      Qui le espressioni assolutamente determinate questo è il 2°, l'8°, il 7° mese, indicano chiaramente che l'equivalenza del 2° mese con Ziv, dell'8° mese con Bul e del 7° mese con ha-Ethanim non è stata un fatto transitorio avvenuto per una volta tanto in occasione che fu costrutto e inaugurato il primo Tempio, ma un fatto ordinario che si verificava ogni anno. Ne concludiamo, seguendo il ragionamento posto qui sopra, che il calendario rituale ebraico e il calendario fenicio correvano in perpetuo parallelismo, al medesimo mese fenicio corrispondendo sempre il medesimo numero d'ordine del mese ebraico; e che gli Israeliti anteriori all'esilio babilonese nelle loro intercalazioni del 13° mese seguivano appunto le regole usate dai Fenici, e se ne valevano per determinare la luna pasquale e l'epoca di tutte le altre feste annuali.
      Alla stessa conclusione si poteva giungere del resto con una riflessione assai più semplice. Gli Israeliti prima di Salomone, e certamente ancora al tempo di Salomone, si servivano dei nomi fenici dei mesi, usati senza dubbio anche dai Cananei. La loro lingua differiva appena dal fenicio. Era dunque già da considerar come probabile a priori che dai Fenici, di cui altamente apprezzavano il sapere423, avessero appreso, coi nomi del calendario, anche il modo di mantenerlo in buon ordine.
      Dalle cose finora discorse non sarebbe tuttavia lecito concludere che Abîb fosse il nome di un mese presso i Fenici. Dei dodici mesi del calendario fenicio, dieci almeno sono conosciuti di nome per mezzo delle iscrizioni.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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