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      Questo mese fu adottato dagli Israeliti come il primo dei dodici mesi numerali del loro calendario rituale, e, da loro denominato chodesoh haabîb per la sua permanente connessione col maturar delle spiche novelle, fu preso per base al rito della presentazione solenne del primo manipolo delle spiche medesime. Tal rito segnava per tutta la Palestina il principio della messe. Chodesch haabîb era dunque anche il nome del mese in cui cominciava il periodo della messe; sotto il qual riguardo può essere comparato al Messidoro del calendario repubblicano francese427. Come si vede, la differenza dei due calendari stava principalmente nel diverso nome dei mesi. Il principio dell'anno, come cosa affatto convenzionale e facilmente soggetta a variazioni, poteva anche esser diverso. Per i Fenici si ha qualche ragione di credere fosse in autunno, in corrispondenza col settimo mese degli Israeliti e col Tischri del calendario babilonese.
      III.
      Se prima dell'esilio gli Israeliti appoggiarono il loro calcolo dei tempi al calendario fenicio, dopo l'esilio lo adattarono completamente al calendario babilonese, imitandone le intercalazioni, ed assumendo inoltre il mese di Nisan, che era il primo del calendario babilonese, come equivalente del primo mese ebraico e del chodesch haabîb. Il fatto non è direttamente attestato, ma risulta in modo incontrastabile dalle doppie date di un medesimo avvenimento, che qua e là si trovano negli scrittori biblici più recenti428. Tutte le corrispondenze contenute in queste doppie date senza eccezione suppongono che il primo mese ebraico fosse in qualunque anno rappresentato dal Nisan babilonese, il secondo mese ebraico dallo Iyar, il terzo dal Sivan, ecc.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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