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      Le differenze concernono, più che le forme dei moti celesti, le cause di questi movimenti. E primieramente, esponendo la forma data da Dio all'universo, Platone si esprime così: "Egli lo fece rotondo e sferico, di guisa che vi fosse dappertutto la medesima distanza fra il centro e le estremità, e gli diede la forma orbiculare, che di tutte le figure è la più perfetta e la più simile a sè medesima, pensando che ciò che rassomiglia a sè medesimo è mille volte più bello di ciò che non si rassomiglia. Egli ne pulì esattamente il contorno esteriore, per più motivi... E gli assegnò il movimento proprio alla sua forma, quello dei sette movimenti, che è più in relazione coll'intelligenza e col pensiero549. Dunque fece ch'egli girasse uniformemente, circolarmente, senza mutar di luogo, volgendosi sopra sè medesimo. E quanto ai sei movimenti, secondo i quali il mondo avrebbe potuto traslocarsi da un luogo ad un altro, egli glieli rifiutò... E mise nel mezzo del mondo un'anima, che fece stendersi in tutte le parti di questo nuovo Dio, e nella quale anche inviluppò esteriormente questo gran corpo: e cosi stabilì questo spazio celeste ????a???) rotondo e moventesi in rotondo, solo, solitario...".
      Più innanzi descrive la distribuzione dell'anima nell'interno del mondo, e detto come Dio componesse una certa essenza mista, prosegue: "Questa miscela essendo così disposta, la tagliò in due, secondo tutta la sua lunghezza, e pose le due parti in croce; l'una attraverso il mezzo dell'altra, in forma della lettera X; poi le curvò in circolo, riunendo le estremità di ciascuna e applicandole sull'estremità dell'altra, al punto opposto alla loro intersezione550; e le avviluppò tutte e due in un moto di rotazione uniforme privo di traslazione, e fece che l'un circolo fosse di fuori e l'altro di dentro551. E il moto esteriore chiamò movimento della natura del medesimo, l'interiore movimento della natura dell'altro552. E fece girare il primo circolo da sinistra a destra, secondo il lato, e l'altro circolo da destra a sinistra, secondo la diagonale553. Ma al primo diede il potere dell'invariabilità, perciò la sua rivoluzione fu una ed indivisa; invece il circolo interiore divise in sei luoghi, e formò cosi sette circoli ineguali, di cui gli uni seguono la progressione dei doppi, gli altri quella dei tripli, in guisa che ogni progressione abbia tre intervalli554. Ed ordinò che questi circoli andassero in sensi contrari gli uni agli altri, tre con velocità uguali, quattro con velocità disuguali fra loro, e differenti da quella dei tre primi, ma tutti con misura"555.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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