Pagina (433/604)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È palese che qui non è questione di eccentrici fissi, come quello che più tardi Ipparco stabilì pel Sole; poichè una tale ipotesi non avrebbe giovato a spiegare le anomalie planetarie meglio di quella così rozza dei circoli concentrici. Si vedeva sempre Marte giungere al suo massimo splendore nell'opposizione al Sole ed aver sempre la minima luce nella congiunzione. Se dunque l'orbita di Marte era eccentrica, dovevano il suo perigeo ed il suo apogeo continuamente trovarsi sulla linea che unisce la Terra al Sole, ed il centro dell'eccentrico dovea pure trovarsi sulla stessa linea. Gli eccentri dei Pitagorici erano dunque (e in ciò differiscono da quelli di Tolomeo) circoli eccentrici mobili, il cui centro girava intorno alla Terra nello spazio di un anno, descrivendo intorno ad essa un circolo concentrico con moto uniforme e rimanendo costantemente in congiunzione col Sole600.
      Con questo non è difficile immaginarsi nella sua integrità il sistema degli eccentri. Intorno alla Terra fissa nel centro del mondo601 (o fornita soltanto dal giornaliero moto rotatorio, secondo Eraclide, Ecfanto e i loro seguaci) giravano la Luna in un mese ed il Sole in un anno con un movimento che probabilmente dagli autori del sistema si supponeva uniforme. Insieme al Sole giravano, sulla medesima linea condotta dal centro della Terra al centro del Sole, i centri degli eccentrici dei cinque pianeti, i quali simultaneamente in un anno descrivevano altrettanti circoli concentrici alla Terra insieme alle orbite del Sole e della Luna.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Ipparco Sole Marte Sole Marte Terra Sole Pitagorici Tolomeo Terra Sole Terra Eraclide Ecfanto Luna Sole Sole Terra Sole Terra Sole Luna