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      Alcuni degli scrittori antichi lo designano col nome di Aristarco il matematico, per distinguerlo da altri personaggi del medesimo nome. Fu altresì astronomo pratico, siccome risulta dall'osservazione, ch'egli fece, del solstizio estivo dell'anno 280 a. C, la quale è citata e adoperata da Tolomeo nel libro III, c. 2 della Sintassi matematica. Se le opinioni sul sistema del mondo, di cui finora si è ragionato, devono riguardarsi come procedenti da uno sviluppo razionale d'idee, e non da capriccioso dogmatismo, tanto più dovremo creder questo delle opinioni di Aristarco, il quale uno scrittore antico non esitò a collocare fra gli uomini più insigni per genio inventivo607.
      Le testimonianze che rimangono sul sistema cosmico da lui adottato sono altrettanto chiare, quanto numerose ed importanti (veggansi in fine i documenti XXVIII e XLI-XLVI). Egli è citato, insieme con Eraclide Pontico, per aver professato l'opinione del moto diurno della Terra intorno all'asse dell'equatore (Doc. XXVIII): da tutta l'antichità poi era celebrato come il principale autore di un sistema, nel quale, ponendo fermo il Sole nel centro del mondo, faceva girare la Terra intorno ad esso, secondo il circolo obliquo dello zodiaco, spiegando coll'inclinazione dell'asse rotatorio della Terra su tal circolo le variazioni delle stagioni. Per la testimonianza di Archimede consta, che Aristarco supponeva la distanza delle stelle infinitamente grande: secondo altri, metteva il Sole nel numero delle stelle fisse. Egli fu accusato di empietà da Cleante Stoico, per aver turbato il riposo di Estia, cioè della Terra, riguardata allora dai più come il centro e il focolare del mondo.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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