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      Dopo l'Antiterra metton la Terra, la quale anch'essa si rivolge intorno al centro, e dopo la Terra la Luna. E dicono, che la Terra, come una del numero degli astri, movendosi intorno al centro col mutare della sua posizione rispetto al Sole, produce il giorno e la notte. E l'Antiterra nel suo muoversi intorno al centro segue la Terra, e non č visibile a noi per la continua interposizione della mole terrestre.... E supponendo che il dieci sia numero perfetto, vollero ridurre anche a dieci il numero dei corpi che si aggirano in circolo: ponendo cioč che uno di essi sia la sfera delle fisse, aggiungendo poi i sette pianeti, la nostra Terra e l'Antiterra, compierono la decina". SIMPLICIO, in Arist. De Coelo, ed. Karsten, p. 229; e presso BRANDIS, Schol. in Aristot., p. 505 (nel vol. III dell'edizione d'Aristotele fatta dall'Accademia di Berlino).
      ?. F????a?? ? ???a???e???, t? µ?? p?? µ?s??: t??t? ??? e??a? t?? pa?t?? ?st?a?: de?t??a? d? t?? ??t?????a: t??t?? d?, ?? ?????µe? ??? ?? ??a?t?a? ?e?µ???? te ?a? pe??fe??µ???? t? ??t??????: pa?? ? ?a? µ? ???s?a? ?p? t?? ?? t?de t??? ?? ??e???. "Filolao Pitagorico (dice) esser nel mezzo il fuoco, come il focolare dell'universo: seconda venir l'Antiterra, terza la Terra, che noi abitiamo; la quale č collocata oppositamente all'Antiterra e si gira intorno ad essa (cioč intorno al circolo da essa descritto): onde avviene, che gli abitanti di uno (di questi due corpi) non son veduti da quelli che sono nell'altro". PLUTARCO, de Plac. Philos., lib.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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