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      Cristo, cioè le effemeridi mensili del Sole e della Luna, i principali fenomeni dei pianeti, e le eclissi.
      62 Certamente a noi, che conosciamo il vero stato delle cose, riesce facile indicare diverse osservazioni, dalla cui pratica continuata per molti e molti secoli i Babilonesi avrebbero potuto riconoscere, se non proprio il movimento precessionale dei cardini dell'eclittica, almeno qualche conseguenza di tale movimento. Il lento anticipare delle stagioni rispetto all'epoca del levare eliaco di una data stella, o di più stelle, poteva rendersi sensibile in capo ad alcuni secoli di osservazioni del levare eliaco di quelle stelle, e del giorno della massima o minima ombra meridiana del Sole. Lo stesso dicasi della comparazione fra l'epoca del levare eliaco di una stella e l'epoca in cui il giorno e la notte sono uguali in durata. Il moto del polo celeste rispetto alle vicine stelle dell'Orsa Minore o del Dragone; l'apparizione verso l'estremo orizzonte australe di stelle non prima vedute in quella parte nei secoli anteriori, o la totale disparizione di stelle brillanti, che prima in quella parte eran visibili in certe stagioni dell'anno, avrebbe potuto far loro dubitare, se la sfera stellata e il corso del Sole fossero così invariabilmente connessi fra di loro, come essi credevano. Ma dato pure che di tali fatti si fosse a traverso molti secoli conservata la memoria, l'interpretazione giusta dei medesimi e la loro connessione geometrica col moto dei punti equinoziali e solstiziali non era sempre facile a scoprire, benché sembrino ora a noi cose di prima evidenza.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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