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      260 Le tre vigilie dei Babilonesi erano designate precisamente coi medesimi nomi, che usavano gli Ebrei: la prima guardia, la guardia di mezzo, la guardia della mattina. Tutte e tre si trovano insieme nominate in una tavoletta del Museo Britannico, pubblicata in RAWLINSON, Cuneiform Inscriptions of Western Asia, Vol. IlI tav. 52, n. 3; in parte tradotta e spiegata da SAYCE, Transactions of the Society of Biblical Archaeology, Vol. III p. 151-160.
      261 Il principio delle guardie si trova nominato in GEREMIA, LAM. II, 19; la guardia di mezzo in JUD. VII, 19; quella del mattino in EXOD. XIV, 24 e I REGUM XI, 11.
      262 chazi halajlah EXOD. XII, 29: XVI, 3.
      263 Non si trova però schacharajim usato in tal senso nell'Antico Testamento, ma solo come nome proprio d'uomo I PAR. VIII, 8. Nondimeno questo duale basta a provare che nel crepuscolo mattutino si distinguevano due aurore, sebbene della distinzione poco uso si facesse in pratica.
      264 EWALD, Die Alterthümer des Volkes Israel (3ª ed. Gött. 1866) p. 449. L'opinione di EWALD sembra confermata dalla frase bethoch tsaharajim (fra le due luci), la quale accennerebbe a due intervalli consecutivi della massima luce (ISA. XVI, 3).
      265 DIODATI traduce offerta di panatica. Consisteva in farina, polenta, o focacce, condite con olio e sale. Al momento del sacrifizio mattutino si allude in IV REGUM III, 20 da cui risulta, che si faceva assai di buon'ora. A quello del sacrificio vespertino si allude in III REGUM XVIII, 29 e 36 dove si vede, che dopo di esso rimaneva disponibile una parte notabile di giorno chiaro.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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