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      447 Almagestum novum, vol. I, pp. 3, 4, vol. II, pp. 311, 316.
      448 Nel sogno di Scipione, che ha luogo nella via Lattea.
      449 Vedi il poema intitolato Astronomicon, lib.I, v. 756-761 (ed. Romae, 1510):
      .... fortes animae digantaque nomina coeloCorporibus resoluta suis, terraeque remissa
      Huc migrant ex orbe, suumqne habitantia coelumAethereos vivunt annos, mundoque fruuntur.
      Atque hic Aeacidas, hic et veneramur Atridas,
      Tydidemque ferum, etc.
      450 RICCIOLI, ibid. II, pp. 204-209.
      451 Già di Anassimandro vien riferito, che egli supponesse il Sole eguale alla Terra; ma le sue idee in questo proposito vengono molto confusamente riportate dagli antichi scrittori. Noi sappiamo, che egli attribuiva alla Terra la figura di un cilindro avente una lunghezza eguale al triplo del diametro della base. Dopo ciò è difficile comprendere in qual maniera egli potesse supporre il Sole eguale alla Terra.
      452 Solo per il Sole e per la Luna gli eclissi e le fasi lunari dimostravano evidentemente quale fosse la distanza maggiore. Del resto Mercurio e Venere erano da alcuni collocati sotto il Sole, da altri sopra. Altri finalmente mettevano l'uno sopra e l'altro sotto. Questa ambiguità proveniva da ciò che il Sole, Mercurio e Venere compiono esattamente nel medesimo periodo la loro rivoluzione rispetto alla Terra. Ai pianeti superiori, Marte, Giove e Saturno, bastava assegnare distanze tali, che essi non venissero mai ad incontrare l'ombra della Terra, la quale avrebbe prodotto delle eclissi.
      453 Questa scoperta viene attribuita a Pitagora ed a Parmenide.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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