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      Eudosso aveva descritto le sue ipotesi in un’opera sulle velocità, ???? ?????, che con tutte le altre sue cose è andata perduta36. Aristotele, il quale fu posteriore ad Eudosso soltanto d’una generazione, e trattò di questo argomento con Polemarco, che fu conoscente d’Eudosso, potè avere informazioni sicure sul meccanismo delle sfere; onde il breve ma esatto (sebbene non completo) riassunto che ne dà nel libro X?? della Metafisica merita molta attenzione. Che Teofrasto ne abbia parlato nella sua perduta Storia dell’Astronomia, è probabile; si narra anzi che egli desse il nome di ???????? (senza stelle) alle sfere destinate a muovere i pianeti37. Certo è poi, che Eudemo trattò a lungo del sistema d’Eudosso nel secondo libro della sua storia astronomica; e da Eudemo trasse Sosigene la narrazione da lui data con molta prolissità nel commentario che fece sui libri de Coelo. Tal commentario è perduto; ma un lunghissimo estratto del medesimo ci fu conservato da Simplicio nel suo proprio commentario al libro II de Coelo; ed è questa la nostra fonte principale, la quale per conseguenza è pur essa molto degna di fede, risalendo ad Eudemo, che fu contemporaneo d’Aristotele, e di poco posteriore ad Eudosso38. Colla scorta di queste autorità io mi farò ora ad esporre partitamente la teoria che Eudosso aveva immaginato per ciascuno dei sette astri erranti, e comincerò dal più basso di tutti, che è la Luna.
      III. TEORIA LUNARE DI EUDOSSO.
      La teoria, che immaginò Eudosso per spiegare le rivoluzioni della Luna, è molto semplice.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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