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      L. G.
     
      Le speculazioni dei filosofi e degli astronomi greci intorno alla disposizione generale dell’universo ed intorno al movimento dei corpi celesti costituiscono uno dei capitoli più interessanti e più belli nella storia della coltura antica. Veramente la scarsità dei documenti e lo stato imperfetto della tradizione hanno reso assai difficile il rendersi conto dei vari gradi, per cui dalle più rozze e primitive costruzioni il genio ellenico seppe, in meno di due secoli, elevarsi all’idea del sistema eliocentrico, di quello cioè che fu più tardi rimesso in onore da Copernico. Tuttavia, grazie alle recenti fatiche di alcuni dotti investigatori, allo studioso della storia astronomica è concesso di seguire, per lo più con discreta continuità, l’evoluzione delle idee dei Greci intorno a questo argomento. Restano però diverse lacune, le quali finora non fu dato di supplire con piena soddisfazione; ed in più casi è da credere, che dalla insufficienza dei documenti saremo per sempre ridotti a doverci contentare di congetture più o meno plausibili. Ma vi sono alcuni altri punti, su cui un esame approfondito di ogni speciale questione potrà gettare ancora qualche maggior luce, conducendo ad un grado di probabilità più soddisfacente; in particolare, se alla critica filologica ed istorica dei testi antichi, alla quale giustamente si è data fino ad oggi la primaria importanza, si aggiunga un’altra critica non meno necessaria, di cui l’abito si può acquistare soltanto colla diuturna e meditata osservazione di quegli stessi fenomeni, che agli antichi sapienti servirono già a stabilire le loro ipotesi astronomiche.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Copernico Greci