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      Ne concludiamo, che i Pitagorici a cui si allude non potevano essere, nè i veri primitivi discepoli di Pitagora, nè i posteriori sino a Filolao, e neppure i contemporanei di Filolao (che fu circa mezzo secolo più vecchio di Platone); ma si devono cercare fra i coetanei di Platone, o nel tempo che immediatamente gli succedette. Infatti se queste ipotesi fossero state pubblicate vivendo ancora Platone, ei ne avrebbe molto probabilmente riconosciuta l’importanza, e soprattutto non sarebbe stato indotto a tornare nei suoi ultimi anni alla antica ipotesi del Fuoco centrale; ipotesi che poteva esser buona per Filolao, ma dopo i lavori di Eudosso non poteva più esser considerata come sufficiente. Noi siamo così condotti all’epoca di Filippo Macedone e di Alessandro (347-330), durante i cui regni le scuole pitagoriche si vennero poco a poco ingloriosamente estinguendo, lasciando il nome (148) a certe confraternite, il cui intento era più ascetico e religioso, che filosofico206.
      32. Ma se le scuole cessarono, non si perdettero totalmente le dottrine; delle quali non piccola parte aveva già adottato lo stesso Platone. Sappiamo che nella scuola di Platone e dei suoi successori eran tenuti in grande onore i libri di Filolao207. Eraclide Pontico stesso, quantunque considerato dai più come filosofo platonico, non mancò di frequentare gli insegnamenti dei Pitagorici, siccome narra Diogene Laerzio208; e da un altro scrittore antico è francamente designato come Pitagorico209.
      CHE LE OPINIONI PITAGORICHE INTORNO ALLA COSTRUZIONE DELL’UNIVERSO AVESSERO AI TEMPI D’ARISTOTELE MOLTI FAUTORI ANCHE FRA QUELLI CHE NON FACEVANO SPECIALE PROFESSIONE DI FILOSOFIA PITAGORICA, È ATTESTATO DA ARISTOTELE MEDESIMO DE COELO, II, 13. ESPOSTA LA DOTTRINA DEL FUOCO CENTRALE, AGGIUNGE: «ANCHE MOLTI ALTRI POTREBBERO ESSERE DI QUESTA OPINIONE, CHE NON SI DEBBA PORRE LA TERRA AL CENTRO... ESSI PENSANO INFATTI, CHE NEL CENTRO, COME LUOGO PIÙ DEGNO, SI DEBBA COLLOCARE LA COSA PIÙ DEGNA... ONDE CONCLUDENDO PRONUNZIANO, CHE NON LA TERRA MA IL FUOCO STIA NEL CENTRO». SUL QUALE PASSO RIFLETTE GIUSTAMENTE BOECKH210, DOVERSI APPLICARE NON AL PASSATO, MA AD OPINIONI DIFFUSE AL TEMPO DI ARISTOTELE. I DOGMI PITAGORICI AVEVAN CESSATO DI ESSERE OGGETTO D’INSEGNAMENTO IN SCUOLE SPECIALI, MA SOPRAVVIVEVANO NELL’OPINIONE DI MOLTI, ED IN PARTE TROVAVAN FAVORE NELLA STESSA ACCADEMIA. DA QUESTE RIFLESSIONI DERIVA LA CONCLUSIONE; CHE LA PRIMA IDEA DEGLI EPICICLI E DEGLI ECCENTRICI FU CONCEPITA VERSO L’EPOCA DI FILIPPO O DI ALESSANDRO, NON FRA GLI ACCADEMICI PURI, NÈ NEL LICEO: MA FRA QUEI PENSATORI PIÙ INDIPENDENTI, CHE AL MODO DI ERACLIDE PONTICO, SENZA FORMARE SCUOLA A PARTE, ERAN RIMASTI FEDELI, ALMENO PER QUANTO CONCERNE LE COSE NATURALI, ALLE IDEE PITAGORICHE, E PERCIÒ POTERONO ANCORA CON QUALCHE VERITÀ ESSER CHIAMATI PITAGORICI, SPECIALMENTE DA SCRITTORI MOLTO POSTERIORI. — COME SI VEDE, QUESTO MODO D’INTERPRETAZIONE SEMBRA L’UNICO CHE PERMETTA DI DARE UN QUALCHE SENSO ACCETTABILE ALLE NOTIZIE ABBASTANZA CONCORDANTI, CHE SOPRA L’ORIGINE DEGLI EPICICLI CI DANNO GEMINO, ADRASTO, NICOMACO E PROCLO; POSTO ALMENO CHE SI VOGLIA (CIÒ CHE IO CREDO SI DEBBA FARE) ATTRIBUIRE ALLE MEDESIME UN QUALCHE VALORE STORICO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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