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      Se la Terra supponiamo fissa, ed il Sole facciam che giri intorno ad essa sempre restando centro alla circolazione dei cinque pianeti, abbiamo il sistema di Ticone. Se invece poniamo fisso il Sole, e con esso il centro delle orbite dei cinque pianeti, e facciam pure muovere intorno ad esso la Terra colla Luna, abbiamo il sistema di Copernico. Quest’ultima ipotesi dovette senza dubbio parere molto ardita ai Greci di quel tempo, come quella che includeva la circolazione della Terra intorno al centro dell’universo; ma una tal circolazione non era idea interamente nuova, e qualche cosa di simile già era stato proposto da Filolao. Questo nuovo grado nella scala delle deduzioni non era dunque tanto difficile ad essere superato; e lo fu infatti ancora vivente Eraclide Pontico. Egli stesso ce ne dà la notizia in un passo de’ suoi scritti, sventuratamente troppo breve, che per caso singolare ci è stato conservato, e che costituisce uno dei più importanti documenti nella storia dell’antica astronomia.
      37. Il passo è riferito da Gemino nel medesimo estratto, che del suo commento alla Meteorologia di Posidonio ci è stato conservato da Alessandro Afrodisiense e da Simplicio; e che per intiero riportiamo nell’Appendice posta in fine della presente memoria. Già due volte ne abbiam fatto uso (§§ 10, 23); pure l’intima connessione che hanno tutte le idee esposte nel medesimo rende necessario di considerarlo ancora una volta nel suo complesso, al fine di poter penetrare esattamente nel senso della parte che concerne Eraclide Pontico.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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