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      Nonno Panopolita nel suo gran poema delle Dionisiache assegna 1000 anni; Cheremone di Naucrati, jerogrammate e bibliotecario del tempio di Serapide in Alessandria, il quale specialissimamente si era occupato delle antichità sacre dell’Egitto e aveva scritto su queste un’opera assai pregiata, assegnava 7006 anni336. Sembra dunque che i più dotti fra gli Egiziani stessi non sapessero la vera durata del periodo; se pur periodo vi era. A dubitare di ciò ci conduce un passo di Eliano337 secondo cui l’epoca del ritorno della Fenice era in Egitto argomento di grandi dispute; gli uni lo aspettavano ad un tempo e gli altri ad un altro, e la Fenice finiva per comparire improvviso nel tempio di Eliopoli, quando meno la si aspettava. L’apparizione si dava come avvenuta nel tempio di Eliopoli, presenti i soli sacerdoti; l’annunzio che questi ne davano al popolo era seguito da grandi feste. Quali motivi determinassero i sacerdoti a tali annunzi piuttosto oggi che domani, nessuno l’ha mai saputo. Certo è soltanto, che le epoche assegnale da Tacito, da Plinio e da Dione Cassio per alcune apparizioni della Fenice non si possono assoggettare ad alcun periodo338 e ad ogni modo accennerebbero ad intervalli di due o tre secoli, escludendo affatto il periodo Sotiaco di 1461 anni. Contro quest’ultimo parla anche chiaro la circostanza, che al suo rinnovarsi nell’anno 139 di Cristo non si fa parola di alcuna apparizione della Fenice, la quale certo non sarebbe sfuggita agli storici di quel tempo se fosse avvenuta.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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