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      Or questo a rigore non è; i punti equinoziali e solstiziali regrediscono annualmente lungo essa eclittica di un grado ogni 72 anni; inoltre l’obliquità dell’eclittica è soggetta ad una lenta diminuzione di un grado in 7500 anni. Ne segue, che per ogni stella la data dei fenomeni qui sopra descritti va lentamente ritardando rispetto alle epoche degli equinozi o dei solstizi. Tale ritardo è diverso da stella all’altra non solo, ma una medesima stella varia col . Il ritardo medio, considetutte le stelle in tutte le epoche, è di un giorno ogni 71 anni. Questa variazione era intieramente sconosciuta ai tempi di cui parliamo; e lo fu ancora assai dopo. Tutti i Calendari astrometeorologici dei Greci e dei Romani suppongono che le epoche del levare e del’occaso mattutino e vespertino delle stelle siano un indice fisso delle stagioni e delle vicende atmosferiche. E veramente l’effetto delle accennate variazioni non è in pratica sensibile che dopo alquanti secoli, attesa l’incertezza delle osservazioni di quei fenomeni, la quale arriva a parecchi giorni. Causa principale di errore sono qui la diversa acutezza della vista di chi osserva; i vapori dell’atmosfera, non di ugual trasparenza; inoltre la limitazione fisica o topografica dell’orizzonte, la quale è sempre più o meno irregolare, quando non si tratti di grandi pianure o di luoghi aperti verso il mare.
      III. CALENDARIO RUSTICO D’ ESIODO.
      Il già citato poema d’Esiodo Opere e Giorni il più antico calendario rustico che si conosca. Le occupazioni di vario genere, a cui si deve attendere lungo il corso dell’anno vi sono definite per lo più da epoche astronomiche, poste in correlazione col carattere generale delle vicende atmosferiche e con alcuni fenomeni periodici altra categoria.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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