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      Settembre 8. Levare mattutino d’Arturo. Orione e Sirio al mattino nel mezzo del cielo. Si prepara la vendemmia.
      Ottobre
      28
      Occaso mattutino delle Pleiadi.
      Apparizione delle gru. Fine della seconda estate. Si comincia ad arare e seminare; si tiran le navi a terra.
      Novembre
      1
      Occaso mattutino delle Hyadi.
     
     
      Novembre
      9
      Occaso mattutino della zona d’Orione.
     
     
      Dicembre
      19
      Solstizio d’inverno.
     
     
      Il Calendario d’Esiodo si distingue dagli altri posteriori dei Greci per questo, che non contiene pronostici di sorta alcuna. Il poeta nota semplicemente il carattere meteorologico di certi periodi dell’anno. Ben diverso sotto questo riguardo è il registro mensile dei giorni lunari, che forma l’ultima parte dell’opera, e che da alcuno anche si è voluto attribuire ad un altro autore. Esso è una specie di classificazione dei giorni della Luna in propizi e sfavorevoli, sia in modo assoluto, sia sotto speciali riguardi; e contiene l’indicazione dei giorni in cui di preferenza si debbono fare certe operazioni ed evitare certe altre. Tutto è fondato su idee superstiziose, come i giorni fasti e nefasti del Calendario Romano. Tuttavia è da notare, che neppure in questo calendario mensile d’Esiodo non si vede la minima traccia di pronostici del tempo secondo lo stato della Luna, che rassomiglino a quanto si trova in Arato ed in Virgilio.
      IV. ORIGINE COMUNE DELL’ASTRONOMIA E DELLA METEOROLOGIA PRESSO I GRECI. PRIME SCOPERTE E SPECULAZIONI.
      LA CONNESSIONE DEI FENOMENI DELLE STELLE COL CORSO DELLE STAGIONI E COLLE VICENDE DELL’ATMOSFERA FU PER TEMPO NOTATA ANCHE DA ALTRI POPOLI DELL’ANTICHITÀ E MESSA A PROFITTO PER REGOLARE IL CALENDARIO. COSÌ PRESSO GLI EGIZIANI ERA DA TEMPO IMMEMORABILE NOTATO IL LEVARE MATTUTINO DI SIRIO, E PRESSO GL’INDIANI QUELLO DI CANOPO. MA IN NESSUN ALTRO LUOGO CHE IN GRECIA SEMBRA CHE DA TALI RIPETUTE OSSERVAZIONI L’UOMO SIA STATO CONDOTTO A CONSIDERARE LA DETTA CONNESSIONE SOTTO UN ASPETTO SCIENTIFICO. PER L’EGIZIANO IL LEVARE ELIACO DI SIRIO ERA UN FATTO D’ORDINE SOPRANNATURALE E DIVINO, PREDISPOSTO PER AVVERTIRLO DELL’IMMINENTE CRESCIUTA DEL NILO. I CINESI, E GL’ITALI ANTICHI ED I ROMANI ANCORA ASSAI TARDI, IN QUESTA RELAZIONE FRA IL CIELO E LA TERRA NON VIDERO ALTRO, CHE IL PUNTO DELL’UTILITÀ PRATICA. I BABILONESI E GLI ASSIRI NE TRASSERO NUOVI PROCEDIMENTI DI MAGIA E DI DIVINAZIONE. SOLO IL POPOLO ELLENICO EBBE DALLA NATURA QUEL GENIO INDAGATORE E QUELLA POTENZA DI SPECULAZIONE, CHE È NECESSARIA PER ARRIVARE ALLA SCIENZA PROPRIAMENTE DETTA. ESSO SOLO, DALLE OCCORRENZE QUOTIDIANE DELLA VITA E DALLE OSSERVAZIONI DEI FATTI SEPPE ASSORGERE ALLA CONSIDERAZIONE DELLE CAUSE; E PER ESSO VERAMENTE SI PUÒ DIRE, CHE LA NECESSITÀ FU MADRE DELLA FILOSOFÌA.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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