Pagina (251/438)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Metone fece conoscere questa sua scoperta l’anno 432 avanti Cristo; e non solo in Atene, ma anche in altri luoghi della Grecia furono esposti pubblicamente quadri comprendenti per tutta la durata di un intiero ciclo non soltanto la distribuzione degli anni comuni ed intercalari, dei mesi pieni e cavi: ma altresì per ogni anno del ciclo le date dei solstizi, il principio delle stagioni, e probabilmente le epoche religiose e civili più importanti. In una sezione o tabella complementare era il parapegma o calendario astrometeorologico propriamente detto; nel quale in correlazione alle epoche fondamentali dei due solstizi era esposta la successione e la distribuzione, per l’intervallo di 365 giorni, dei fenomeni, il cui ritorno è strettamente legato al Sole; cioè il levare e l’occaso delle principali stelle, e le episemasie o pronostici meteorologici. Di questa parte del calendario Metonico sono giunti sino a noi alcuni pochi frammenti, insufficienti a dir vero per soddisfare la nostra curiosità; non comprendendo che le indicazioni per 8 o 10 giorni al più. Tuttavia da esse si può rilevare che il contenuto e la disposizione era identica a quella dei parapegmi di Democrito e degli osservatori più recenti. Perchè dopo i tempi di Metone e di Democrito, tali composizioni furono in grande favore, e non v’ebbe quasi astronomo di qualche nome per più secoli, che non si credesse in dovere di proporre il suo parapegma, dimostrante in compendio il risultato delle osservazioni da lui fatte sul levare e sull’occaso delle stelle, sui solstizi ed equinozi, e sulle mutazioni dell’atmosfera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





Cristo Atene Grecia Sole Metonico Democrito Metone Democrito