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      Esso abbraccia 76 anni solari di 365 ¼ giorni e contiene quindi in tutto 27759 giorni ripartiti in 940 mesi, di cui 499 pieni, e 451 cavi. Dei 76 anni del ciclo 28 sono intercalari o di 13 mesi, gli altri 48 sono comuni. Non è altro insomma che il ciclo di Metone quadruplicato, a cui sulla fine è stato detratto un giorno. Il periodo callippico, come notabilmente più esatto di quello di Metone tanto pel Sole quanto per la Luna, fu per vari secoli in uso presso gli astronomi greci; ma a cagione della sua eccessiva lunghezza non pare sia stato mai applicato al calendario civile, e certamente mai non lo fu agli studi di meteorologìa.
      Nondimeno Callippo è da annoverarsi fra i più zelanti cultori di questi studi. Nel suo parapegma, del quale restano più di 60 indicazioni, i quattro intervalli disuguali in cui l’anno è diviso dagli istanti degli equinozi e dei solstizi sono assegnati con precisione assai maggiore che presso i suoi predecessori Democrito, Eutemone ed Eudosso. Le sue osservazioni diconsi fatte in luoghi vicini all’Ellesponto, da cui del resto Cizico sua patria non era molto lontana.
      Quali frutti avessero dato alla scienza le osservazioni diligenti di tanti valenti uomini possiamo argomentarlo leggendo i quattro libri della Meteorologia d’Aristotele, dove per la prima volta questo ramo di studio si trova trattato separatamente dall’Astronomia e raccolto in un corpo di dottrina fondata sull’osservazione e sull’analogia.
      Certamente la fisica che ad esso serve di base lascia molto a desiderare; e delle proprietà occulte si fa un’applicazione troppo frequente.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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