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      Ma doveva avvenire di peggio ancora; e ad accrescere la confusione su questo proposito entrò un nuovo elemento. Sotto i successori d’Alessandro la Grecia e l’Oriente vennero a stretto contatto intellettuale; l’Asia, la gran madre d’ogni superstizione, fecondata dal genio ellenico, produsse una scienza ibrida di nuovo genere, l’Astrologia matematica; nella quale con mostruosa combinazione la geometria dei Greci ed i più raffinati calcoli della loro Astronomia servirono a dare apparenza scientifica e razionale alla predizione dell’avvenire. Le vecchie dottrine astrologiche dei Caldei nella loro forma primitiva troppo stupidamente per ottenere l’applauso degli Occidentali; ma rivestite a nuovo nel modo sopradetto, e ridotte a teorie difficili e complicate, si strada nel mondo greco-romano, e riuscirono a sedurre ben uomini di altissimo ingegno, quali l’illustre filosofo PosidonioApamea, e lo stesso Claudio Tolomeo, uno dei primi matematici ed astronomi che abbia veduto il . Ecco in qual modo quest’ultimo nel suo Tetrabiblo (od istitud’Astrologia) spiega quelle proprietà degli astri, che doveano a predire, le mutazioni del tempo.
      «È stato osservato, che la natura del Sole è di produrre calore, ed anche un poco di siccità. Questo effetto è da noi riconosciuto con molto maggior certezza che per gli astri rimanenti, sia per la grandezza del Sole, sia per l’evidenza delle mutazioni che ne derivano; essendo il suo potere tanto sensibile, quanto più si avvicina alla nostra verticale.
      «MA LA LUNA PER ESSERE TANTO PIÙ VICINA ALLA TERRA, DALLA QUALE ESCONO UMIDE ESALAZIONI, PER LO PIÙ È UMIDA NEI SUOI EFFETTI, E RENDE MOLLI E PUTRIDI I CORPI A LEI SOGGETTI... AMBIDUE POI, SOLE E LUNA, COME PRINCIPALI FRA TUTTI ESERCITANDO IL LORO EFFETTO ANCHE SULLE ALTRE STELLE, DI QUESTE ACCRESCONO O DIMINUISCONO L’INFLUSSO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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