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      Colla trattazione delle matematiche presso i cristiani occidentali del Medio Evo dopo Boezio fino al 1200, e coll’esposizione di ciò che si può sapere circa il trasporto e la diffusione in Europa del sistema indiano di numerazione scritta, termina il presente volume. Il secondo esporrà i progressi delle matematiche in Europa da Leonardo Pisano fino all’invenzione del calcolo infinitesimale. L’Autore promette di descrivere nel terzo l’epoca che comincia con Newton e con Leibnitz, e termina colla morte di La Grange; lasciando a futuri scrittori la difficile e per ora non matura impresa di seguire i progressi multiformi fatti nei tanti rami dell’analisi e della geometria durante il secolo XIX.
      In questo primo volume si può dire concentrata la maggior parte dell’interesse, che potremmo chiamare etnografico o psicologico, della storia delle matematiche. Ciascun popolo si vede aver concepite in un modo diverso le nozioni fondamentali ed i primi problemi: ognuno ha portato in questi studi un’impronta sua particolare, specialmente notabile presso i Greci e presso gl’Indiani. Questo modo e quest’impronta sono strettamente collegati col genio di ciascuna nazione, e costituiscono un lato importante della sua natura intellettuale. Oggi non abbiamo più matematica italiana, inglese od americana: tutti gli sforzi individuali si raccolgono in una corrente unica, dove è annullato lo speciale carattere di tali studi presso le varie nazioni.
      Non faremo all’Autore di questa opera altro elogio, che quello di esprimere il voto che egli possa condurla presto al desiderato compimento.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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