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      Forma di scienza regolare essa ebbe tuttavia soltanto da poco più di trecento anni; e questo avvenne principalmente per merito di due grandi eruditi, Giuseppe Scaligero e Dionisio Petavio, dei quali il primo colla sua opera fondamentale De emendatione temporum (1583) e l’altro colla sua anche più vasta e profonda Doctrina temporum (1627-1630) raccolsero e vagliarono gli sparsi materiali di questo studio, e posero le fondamenta di ciò che è ora diventato un grande e complicato edifizio.
      Per due secoli (1630-1826) nessuno sperò di poter emulare e vincere l’opera di quei sommi, che in tutto quell’intervallo furono considerati come la prima autorità in tali materie. La loro dottrina fu nelle sue parti esaminata, corretta, ampliata per opera di matematici e di eruditi di tipo assai vario, fra i quali brillano i nomi di Newton, di Fréret, di Mabillon. Verso il 1750 una vasta sintesi di tutto il sapere cronologico fu tenda alcuni Benedettini francenell’Art devérifier les dates, compilazione che ebbe grande successo, e venne edizione in edizione crescendo come valanga, fino all’ultima che uscì fuori negli anni 1818-1844 in 44 volumi in 8°. Questa è stata raccolta sommamente utile ed importante per la cronologia degli avvenimenti storici e per le infinite informazioni che contiene sugli usi generali e locali praticati in tutte le cancellerie e dai notai dei vari paesi nello esprimere la datazione dei loro documenti, ed ha servito di base anche a varie opere più moderne sulla scienza diplomatica e sul modo di fissar la data dei documenti medievali.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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