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      Consta infatti fin dal 1810, per le ricerche d’Amedeo Peyron, d’illustre memoria, che l’aldina non è un testo originale, ma sì bene una traduzione in greco,fatta sopra una versione latina anteriore. Vedi PEYRON, Empedoclis et Parmenidis fragmenta ex codice Taur. restituta et illustrata, Lipsiae 1810, pp. 3-26. Ho pure fatto confrontare alcuni passi col Codice di Simplicio, che esiste presso la Biblioteca della Regia Università di Torino.
      132 ????????????. È il nome con cui si trovano frequentemente designate le sfere d’Eudosso dagli autori posteriori a lui. Ho evitato nella presente memoria questa designazione, come quella che presenta qualche ambiguità, avendo Aristotele (v. qui sopra Appendice I) designato col medesimo nome quella classe speciale di sfere da lui aggiunte, che servono a distruggere i movimenti delle altre. Noi indicheremo sempre col nome di deferenti le sfere motrici: con quello di restituenti o reagenti quelle aggiunte da Aristotele: col nome generale di omocentriche o di revolventi l’insieme delle une e delle altre, come nel corso della memoria si è fatto.
      133 Sottintendi dell’orizzonte.
      134 Leggo ???? col BRANDIS. KARSTENha ???????, ciò che è senza dubbio erroneo.
      135 Per brevità, alla perifrasi: circolo che divide per mezzo lo zodiaco, sostituisco la parola eclittica, sebbene questo nome non si trovi usato dagli antichi prima di Achille Tazio, scrittore del quarto secolo dell’èra cristiana.
      136 Vedi il passo del libro XII della Metafisica, riferito qui sopra nella Appendice I.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo II
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 438

   





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