Pagina (32/336)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
     
      d. Cap. II. - ASTRONOMIA PRIMITIVA.
      SOMMARIO. — LA LUNA NON USATA NEL CALCOLO DEL TEMPO DAI POPOLI PIÙ BOREALI, E PERCHÈ — COME SI SPIEGA CHE I JAKUTI FANNO ECCEZIONE — NEL RESTO DELLA TERRA LA LUNAZIONE E L’ANNO SOLARE DETERMINATI DAI FENOMENI NATURALI TERRESTRI, SONO STATI USATI SIMULTANEAMENTE; ALCUNI CASI IN CUI LA LUNAZIONE È STATA ESCLUSIVAMENTE ADOPERATA — PRIMI TENTATIVI IMPERFETTI DI CALENDARIO LUNISOLARE — PRIMI ESEMPI DI OSSERVAZIONE DELLE APPARIZIONI E DISPARIZIONI DELLE STELLE — DIVISIONE DEL GIORNO PRESSO LE TRIBÙ INCOLTE: L’ORA DOPPIA DEI TAHITIANI — L’ORA DESUNTA DI GIORNO DAL SOLE, DI NOTTE DALLE STELLE.
      Cominciamo il nostro studio dalle regioni più settentrionali del mondo abitato, nella vicinanza del circolo polare ed oltre questo circolo, dove in conseguenza della grande obliquità della sfera, hanno luogo condizioni speciali circa l'uso degli astri per la divisione del tempo. In quelle alte latitudini il periodo annuo si manifesta con fenomeni più spiccati che in alcun altro luogo della terra. Al di là del circolo polare l’estate è accompagnata dalla presenza continua del sole sull’orizzonte per un intervallo di settimane e di mesi; il giorno perpetuo che ne deriva è preceduto e seguito da due altri intervalli in cui il crepuscolo, anche a mezzanotte, è abbastanza intenso perchè si possa attendere comodamente alla maggior parte delle occupazioni ordinarie, restando così esclusa la notte propriamente detta. Al di qua del circolo polare questo giorno praticamente continuo di tutte le 24 ore si estende fino a latitudini relativamente basse, e sotto il parallelo di 60° dura ancora parecchie settimane prima e dopo del solstizio estivo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336