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      SE TALI FESTE ERANO PARTE, COME SI PUÒ PLAUSIBILMENTE SUPPORRE, DELL’ANTICO CALENDARIO RITUALE EGIZIANO, ESSE DOVEVANO RAPPRESENTARE PER QUEL POPOLO CIÒ CHE PER NOI SONO LE FESTE APPUNTO DETTE MOBILI: COLLA DIFFERENZA CHE MENTRE PRESSO DI NOI LA LORO DATA OSCILLA ENTRO CERTI LIMITI DI TEMPO E SECONDO REGOLE COMPLICATE, PRESSO GLI EGIZIANI ANDAVANO RETROGRADANDO NELL’ANNO VAGO. QUI PROBABILMENTE I SACERDOTI AVRANNO FATTO APPLICAZIONE DELLA SCIENZA DI CUI SI VANTAVANO PRESSO DIODORO E STRABONE, DETERMINANDO QUESTA RETROCESSIONE IN RAGIONE DI UN GIORNO OGNI QUATTRO ANNI. ED ALTRESÌ È POSSIBILE CHE L’AGRICOLTURA EGIZIANA ABBIA REGOLATO I SUOI LAVORI DIETRO LE DATE ASSEGNATE DAI SACERDOTI ALLE FESTE SOPRADETTE.
     
      XXIV.
      SULLA RELAZIONE DEL CALENDARIODEGLI ANTICHI EGIZIANI
      COL FENOMENO DELLA PRECESSIONE
     
      Nella memoria Le Sfere omocentriche di Eudosso, di Callippo e di Aristotele (1874) lo Schiaparelli così si esprime (nota (1) a p. 42 nel Tomo Secondo di questa edizione): «Io aveva scritto, come appendice alla presente memoria, una ricerca sulla relazione del calendario degli antichi egiziani col fenomeno della precessione, dalla quale riusciva a concludere, che nulla di quanto sappiamo intorno a tale calendario ci autorizza a pronunziare ch’essi conoscessero quel fenomeno. Ma, dopo scritta la presente memoria, essendomi venuta sott’occhio la dotta e profonda memoria di H. MARTIN (presentata nel 1864 all’Accademia delle Iscrizioni e Belle Lettere, e stampata, nel 1869 nel vol. VIII dei Sav.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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