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      Il loro senso è diverso secondo che le intendiamo rispetto al tempo o rispetto allo spazio. Rispetto al tempo significherebbero al momento della levata del Sole, al momento del suo tramonto. Così l’ha intesa il Sayce, traducendo at Sun-rise, at Sun-set. Questo modo d’interpretare non si può ammettere che considerando le cose con grossolana approssimazione. Ma volendo parlare con precisione, non è vero che Venere faccia le sue apparizioni o disparizioni al momento in cui il Sole si leva o tramonta. Le une e le altre non sono osservabili se non quando il Sole sia sotto l’orizzonte di alcuni gradi. Esse al mattino precedono il levare del Sole, e la sera seguono il suo tramonto per un intervallo di tempo diverso secondo diverse circostanze, il quale può ridursi ad un quarto d’ora od anche durare più di un’ora. L’altra interpretazione considera le espressioni nel levare del Sole e nel tramonto nel Sole come equivalenti a dire nella plaga orientale, nella plaga occidentale del cielo o, se si vuole, nella direzione in cui il Sole si leva, in cui il Sole tramonta. Questa interpretazione, oltre esser ammissibile dal punto di vista astronomico, ha anche per se l’autorità dei monumenti. Nelle grandi iscrizioni storiche dei re d’Assiria cento volte occorrono le espressioni sît šamši, erèb šamši nell’evidente significato di ciò che noi diciamo il levante, il ponente, per significare cioè una direzione dell’orizzonte, non un certo momento di tempo. In esse il Mediterraneo è il mare dell’erèb šamši, il Golfo Persico quello del sît šamši185. Perciò io mi sono sempre servito delle espressioni in oriente, in occidente.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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