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      Ginzel sotto il punto di vista istorico ed astronomico204. Ma fatta eccezione per una di esse (763 av. Cristo), rispetto alla cui identificazione non sembra più possibile alcun dubbio, tutte le altre includono nel loro enunciato incertezze più o meno gravi, ed ammettono tutte più che una interpretazione. Per questo io ho creduto mio dovere escluderle dalla presente discussione. Dell’equazione fornita dall’eclissi del 763 av. Cristo che così rimane affatto isolata, non si è potuto tener conto. Similmente è stata esclusa l’eclissi totale osservata a Babilonia il 26 del mese di Sivan dell’anno 1070 av. Cristo secondo King, che si deve ridurre al 30 Luglio 1063 av. Cristo secondo Cowel205; prima perchè essa è isolata affatto; poi perchè la corrispondenza del 26 Sivan col 30 Luglio lascia adito a sospettare che il calendario babilonese fosse in quel tempo fuori dell’ordine consueto, così per la data delle lune nuove, come per l’intercalazione del mese.
      V. - NEPPURE ABBIAMO CREDUTO LECITO DI USARE DUE OSSERVAZIONI DIRETTE DELL’EQUINOZIO, LE QUALI FORMANO MATERIA DI DUE FRA I MOLTI RAPPORTI ASTRONOMICI SCAVATI A NINIVE, E SONO PUBBLICATE FRA LE CUNEIFORM INSCRIPTIONS OF WESTERN ASIA, VOL. III, TAV. 51. SEBBENE MANCHINO AFFATTO LE INDICAZIONI DI TEMPO E DI LUOGO, PURE SEMBRA PROBABILE, CONSIDERATO L’INSIEME DELLE CIRCOSTANZE, CHE LE OSSERVAZIONI IN QUESTIONE SIAN STATE FATTE A NINIVE SOTTO L’IMPERO DI QUALCUNO DEI SARGONIDI. SECONDO L’UNA DELLE OSSERVAZIONI «IL GIORNO 6 DI NISAN IL GIORNO E LA NOTTE SI BILANCIARONO, SEI KASPU DI GIORNO E SEI KASPU DI NOTTE». IDENTICO È L’ENUNCIATO DELL’ALTRA OSSERVAZIONE, COLLA DIFFERENZA CHE INVECE DEL 6 È ASSEGNATA ALL’EQUINOZIO L’EPOCA DEL 15 NISAN. SE QUESTE OSSERVAZIONI, COME TUTTO PORTA A CREDERE, SONO STATE FATTE A NINIVE, MISURANDO DIRETTAMENTE IL TEMPO DEL GIORNO E QUELLO DELLA NOTTE, ESSE SONO CERTAMENTE IN RITARDO. STANDO INFATTI ALLA CARTA DI KIEPERT, LA CITTÀ DI NINIVE È FIANCHEGGIATA A LEVANTE E A PONENTE DA COLLINE A POCA DISTANZA, ED È A CREDERE CHE L’ORIZZONTE SENSIBILE IN ESSA SIA NOTEVOLMENTE PIÙ ALTO CHE L’ORIZZONTE RAZIONALE, SPECIALMENTE NELLE DIREZIONI EST ED OVEST. SE ORA SI PENSI CHE UN’ELEVAZIONE DI 1° DEL PRIMO ORIZZONTE SUL SECONDO IMPORTA QUATTRO GIORNI DI RITARDO SULL’EPOCA DELL’EQUINOZIO, UN RITARDO DI PARECCHIE VOLTE QUATTRO GIORNI NELLE DATE CONDIZIONI NON SEMBRERÀ IMPOSSIBILE, PURE AMMESSO CHE IL TEMPO FRA LA LEVATA E IL TRAMONTO DEL SOLE SIA STATO MISURATO COLLA MAGGIORE ESATTEZZA. SU QUESTO NON SI POTREBBE RAGIONAR SICURAMENTE SE NON QUANDO FOSSE CONOSCIUTA CON TUTTA PRECISIONE LA TOPOGRAFIA ALTIMETRICA DEL PAESE CHE È INTORNO A NINIVE. PER QUANTO CONCERNE L’ERRORE POSSIBILE NELLA MISURA DEL TEMPO DIURNO E DEL TEMPO NOTTURNO, L’ESEMPIO DEI BABILONESI CHE OR ORA ADDUREMO, NON CI PERMETTE DI SPERAR MOLTO; UN QUARTO D’ORA SU TALI DURATE, IMPORTA SULL’EPOCA DELL’EQUINOZIO UN ERRORE DI 6 GIORNI, CHE PUÒ IN PARTE COMPENSARE L’ERRORE DOVUTO ALL’ELEVAZIONE DELL’ORIZZONTE SENSIBILE, MA PUÒ ANCHE CON UGUALE PROBABILITÀ AGGIUNGERSI AD ESSO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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