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      Si aggiunga a questo che la disparizione orientale e l’apparizione occidentale presentano all’osservatore molto maggiore incertezza per fissare il giorno in cui avvengono; prima per esser l’astro molto men luminoso nelle vicinanze della congiunzione superiore; in secondo luogo sopratutto per la lentezza con cui in quella parte del corso sinodico varia l’elongazione apparente del Sole (circa 20’ ogni giorno). Ciò spiega le discordanze di mesi intieri fra numeri che dovrebbero esser press’a poco uguali206.
      LE TRE ULTIME COLONNE PRESENTANO ANCH’ESSE ALCUNI GRAVI ERRORI DI SCRITTURE, MA NON È DIFFICILE RICONOSCERLI ED ANCHE TROVARNE LE CORREZIONI PROBABILI. INOLTRE LE LACUNE SONO MOLTO MINORI E PERMETTONO DI STUDIAR BENE I RAPPORTI CHE QUESTI NUMERI HANNO FRA DI LORO.
     
     
      L’intervallo d’invisibilità nella congiunzione inferiore essendo sempre di pochi giorni, e dovendo le date della colonna IV sempre venir dopo le date corrispondenti della colonna III, gli sbagli di trascrizione furono men facili a commettere e più facili a scoprire dagli amanuensi stessi. Vi è inoltre un insieme di circostanze che limita molto la grandezza degli errori possibili dell’osservazione. Prima è la rapidità con cui nella congiunzione inferiore varia l’elongazione di Venere dal Sole (1°40’ circa ogni giorno); in secondo luogo la rapidità con cui nel medesimo senso dell’elongazione varia lo splendore apparente del pianeta. Gli effetti di queste due cause si sommano, e le condizioni di visibilità nel crepuscolo si mutano tanto da un giorno all’altro, che in un atmosfera di purezza costante non dovrebbe esser possibile un errore di più che due giorni sulle date di apparizione e di disparizione.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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