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      I. - In primo luogo è da notare che nella nostra scala dei tempi le date dei noviluni apparenti sono rappresentate in modo soltanto approssimativo, e non rappresentano i noviluni del calendario babilonese che con una certa approssimazione. Perciò gli errori residui della colonna quinta nelle tre sezioni del Quadro G, si devono considerare non come quantità assolute, ma come quantità possibili di un aumento o di una diminuzione. Io stimo che per tal fatto, indipendentemente da ogni circostanza dell’osservazione propriamente detta, ciascuno degli errori in questione si possa accrescere o diminuire fino a due giorni intieri, e che di tale limite di tolleranza sia necessaria tener conto nei ragionamenti.
      II. - È DA RIFLETTERE INOLTRE CHE NELLA PROGRESSIONE FORMANTE LA COLONNA QUARTA, ESSENDO CONOSCIUTA LA DIFFERENZA DI DUE TERMINI CONSECUTIVI, LA LORO DETERMINAZIONE È COMPLETA QUANDO SIA DATO UNO DEI TERMINI. L’INCOGNITA DUNQUE È UNA SOLA: A DETERMINARE LA QUALE DOVREBBERO CONCORRERE 17 OSSERVAZIONI, CIOÈ 9 DISPARIZIONI OCCIDENTALI E 8 APPARIZIONI ORIENTALI. PERCIÒ, MALGRADO L’EVIDENTE ROZZEZZA DELLE OSSERVAZIONI STESSE, LE DATE DELLA COLONNA QUARTA RIESCONO DETERMINATE CON SUFFICIENTE CERTEZZA; L'ERRORE NON PUÒ SORPASSARE DUE O TRE GIORNI.
      III. - SI VEDRÀ ANCORA CHE NELLE TRE IPOTESI FATTE SULL’ARCUS VISIONIS ?=5°, ?=7°½, ?=10°, LE EPOCHE DELLA STESSA CONGIUNZIONE MEDIA SI ACCORDANO MOLTO BENE FRA DI LORO; LA MASSIMA DIFFERENZA FRA LE DUE IPOTESI ESTREME NON ARRIVA AD UN GIORNO INTERO. QUESTA COSTANZA DEI RISULTATI OTTENUTI IN IPOTESI COSÌ DIVERSE SULL’ARCUS VISIONIS CI PORTA A CREDERE CHE I RISULTATI STESSI SIANO QUASI INDIPENDENTI DAL VALORE DELL’ARCUS VISIONI ADOTTATO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





Quadro G