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      ANCHE LE NUOVE EPOCHE CONFRONTATE CON QUELLE PRIMA OTTENUTE SENZA ESCLUSIONE DI OSSERVAZIONI, DIFFERISCONO DI POCO DA QUELLE CALCOLATE DOPO L’ESCLUSIONE. LE DIFFERENZE SONO:
      2° calcolo — 1° calcolo = - 0d,92 per ? = 5°
      2° calcolo — 1° calcolo = - ld,66 per ? = 7° ½,
      2° calcolo — 1° calcolo = - 2d,36 per ? = 10°;
      e di quantità corrispondenti si cambiano pure i valori, i quali prendono allora i valori segnati nell’ultima colonna del Quadro G, alquanto diversi da quelli segnati nella colonna quinta. Ciò produce naturalmente qualche differenza nel modo di apprezzare il merito di alcune osservazioni, non tale però da indurci a respingere una osservazione che prima fosse accolta come buona, od a ritenere come accettabile una che prima sia stata esclusa. Noi prenderemo dunque per base il secondo calcolo, e determineremo il valore da adottarsi per ?, ponendo per condizione che la somma dei quadrati degli errori residui nelle dieci osservazioni non escluse sia il minimo. Ora se nelle tre sezioni dell'ultima colonna, separatamente considerate, facciamo la somma dei quadrati dei dieci errori non posti fra parentesi, otteniamo nelle tre ipotesi corrispondentiPER ? = 5° ? ?² = 65D,17
      per ? = 7° ½ ? ?² = 106d,20
      per ? = 10° ? ?² = 270d,95;
      e da questo si deduce facilmente, che la somma dei quadrati degli errori prenderà il suo valore minimo quando si ponga ? = 5°.42. Sarà questo l’arcus visionis che meglio si adatterebbe alle osservazioni babilonesi, quando l'ipotesi N = + 11, posta a base di tutto il calcolo, non si scostasse troppo dal vero.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





Quadro G