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      NON CREDO CHE DI QUESTA SPROPORZIONE DI ESATTEZZA OCCORRA CERCARE UNA RAGIONE SÌ OCCULTA E SÌ LONTANA. LA DETERMINAZIONE DELLE LONGITUDINI ASSOLUTE DELLE STELLE FISSE, DA CUI DEDUCEVANO IPPARCO E TOLOMEO L’IMPORTO DELLA PRECESSIONE, È UN’OPERAZIONE COMPLESSA LA QUALE CONSTA DI DUE PARTI ESSENZIALMENTE DIVERSE PER NATURA E PER GRADO DI DIFFICOLTÀ. LA PRIMA PARTE CONSISTEVA NEL DETERMINARE, IN UN’EPOCA POCO DISTANTE DALL’EQUINOZIO, LA DIFFERENZA DI LONGITUDINE TRA IL SOLE E UNA STELLA QUALSIASI. QUEST’ERA UN’OPERAZIONE ABBASTANZA SEMPLICE, E SI FACEVA O SECONDO IL METODO INGEGNOSO DI TIMOCARI, MISURANDO LÀ DISTANZA TRA LA STELLA E LA LUNA ECLISSATA, OPPURE (COME TOLOMEO) LA DISTANZA TRA LA STELLA E IL SOLE COLL’INTERMEDIO DELLA LUNA. DAL PARAGONE DI DUE OSSERVAZIONI DI QUESTO GENERE FATTE IN TEMPI DISTANTI, RISULTA DIRETTAMENTE L’ANNO SIDERALE: ED È FACILE CONVINCERSI CHE ANCHE SUPPONENDO UGUALE A UN MEZZO GRADO LA SOMMA DEGLI ERRORI DI TUTTE LE DISTANZE OSSERVATE, BASTAN 250 ANNI D’INTERVALLO PER RIDURRE A 3 MINUTI DI TEMPO L’ERRORE DELLA DURATA CHE SE NE DEDUCE PER L’ANNO SIDERALE.
      MA PER IL CALCOLO DELLA PRECESSIONE OCCORRE COMBINARE LE DISTANZE DEL SOLE DALLE STELLE COLLE OSSERVAZIONI DEGLI EQUINOZI O, CIÒ CHE FA LO STESSO, LA DURATA DELL’ANNO SIDERALE COLLA DURATA DELL’ANNO TROPICO. OR QUI STA APPUNTO LA MAGGIOR SOMMA DI DIFFICOLTÀ: LA DETERMINAZIONE DELL’ISTANTE DEGLI EQUINOZI DIPENDEVA, SECONDO IL METODO IMPIEGATO A RODI E AD ALESSANDRIA, DALLA COGNIZIONE DELLA LATITUDINE DEL LUOGO E DALLA RETTIFICAZIONE DELLE ARMILLE EQUATORIALI271; ESSA ERA INOLTRE INFLUENZATA DALLA RIFRAZIONE ATMOSFERICA. TOLOMEO CONFESSA EGLI STESSO CHE QUALCHE VOLTA (??????) IN UN MEDESIMO GIORNO IL SOLE GLI SEMBRÒ PASSARE ALL’EQUINOZIO DUE VOLTE272. CASSINI E DELAMBRE HANNO TROVATO FRA GLI EQUINOZI IMPIEGATI DA TOLOMEO, PARECCHI CHE CONTENGONO UN GIORNO INTIERO DI ERRORE273. GLI ANTICHI SOLSTIZI DI METONE E DI EUTEMONE, CHE IPPARCO HA IMPIEGATO PER DETERMINARE L’ANNO TROPICO, ERAN PASSIBILI DI ERRORI ANCORA PIÙ GRAVI. NON FA DUNQUE MERAVIGLIA CHE L’ANNO D’IPPARCO CONTENGA 6 MINUTI D’ERRORE, E CHE TOLOMEO, NELLA SUA MANIERA POCO LEALE DI CORROMPERE LE OSSERVAZIONI PER METTER D’ACCORDO I RISULTATI, NON ABBIA SAPUTO FAR MEGLIO D’IPPARCO.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336