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      F. SFERE STELLIGERELeggendo l’opera d’Ipparco sui Fenomeni nasce la convinzione che una base essenziale di questa e simili opere era la costruzione materiale di sfere stellate, sulle quali si figuravano più o meno grossamente le stelle e le costellazioni per mezzo degli orti e degli occasi simultanei, combinati forse coll’uso di una diottra azimutale. Vi si aggiungevano le immagini che servivano di nomenclatura. Tali immagini nei loro particolari han dovuto esser fissate da un solo astronomo, nè si può capire che siano il risultato di tradizioni popolari. La tradizione popolare ha certamente assegnato il nome di molti gruppi di stelle, e in alcuni casi (per esempio testa del Toro, cintura d’Orione, coda dell’Orsa) anche di alcune parti più salienti di questi gruppi. Ma i particolari minori od arbitrari (per esempio le circonvoluzioni del Dragone e dell’Idra, la testa dell’Aquila o della Vergine, l’inginocchiatura di Ercole ecc.) hanno dovuto esser fissati a capriccio da qualche astronomo di cui si è perduta la memoria. Non credo possa essere Eudosso, ma qualcuno più antico.
     
      XXX.
      DI UN’ANTICA IPOTESI EMODINAMICASUL MOVIMENTO DEI PIANETI
      A. PROGRAMMA.
      b. Cap. I. - Introduzione.
      C. NOTIZIA SUI COMMENTI ASTRONOMICI AL LIBRO II DI PLINIO.
      d. Sul significato della parola apside.
     
      Le preparazioni ed i frammenti della Memoria che lo Schiaparelli aveva in animo di dettare su questo argomento si conservano entro una busta dal titolo: «Astronomia pliniana e altri autori della teoria actinodinamica».


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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