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      È da credere che a tempo opportuno lo Schiaparelli si sarebbe valso di questo frammento per la composizione del capitolo IV della sua Storia, nel quale, salvo poche modificazioni, l’avrebbe fors’anche introdotto così come sta.
      A. S.
     
      Quello che è stato detto nel § 100304 circa l’uso della settimana lunare presso gli antichi Peruviani non è riconosciuto da tutti. Il ben noto storico Prescott, nel toccare questo soggetto, si esprime dubitando305: «They (the Peruvians) had also weeks, but of what length, wheter of seven, nine, or ten days, is uncertain». È dunque necessario entrare in qualche maggiore spiegazione.
      Garcilasso de la Vega nella sua storia degli Incas scrive della settimana lunare nei seguenti termini306: «I mesi dei loro anni essi contavano per lune da un novilunio all’altro. Ogni mese aveva il suo nome particolare, come pure la luna, di cui le fasi servivano a contare i mezzi mesi. I quarti costituivano la settimana; essi però non avevano nomi per distinguere i singoli giorni».
      Sembra non sia possibile alcun dubbio. Ma il medesimo scrittore in altra parte della sua opera, riferendo sulla fede di un altro storico gli ordinamenti civili dell’Inca Pachacutec, dice307: «Pachacutec comandò per legge, che in ogni mese vi fossero tre giorni di festa destinati alle ricreazioni pubbliche, affinchè i suoi sudditi non fossero oppressi da un lavoro continuato». Si è voluto trovar qui il principio di una divisione del mese in tre decadi, che in un mese lunare non poteva farsi sempre regolarmente.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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