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      Sbrigato così quel poco che sono stato in grado di dire circa le fonti d’Igino, rispondo all’altra domanda: a quali libri Ella potrebbe ricorrere per rintracciare quelle fonti, per istruirsi nell’astronomia in essi contenuta, e per potersi formare un giudizio proprio sul valore, non solo filologico, ma anche scientifico, delle espressioni dello scrittore. Per ciò che concerne gli autori antichi direttamente connessi con Igino, già ho indicato sopra quali sono, e ho pure dato, per quanto mi è stato possibile, cenno delle pubblicazioni di Bernhardy, Hiller, Maass, Robert e Buhle, che a tali autori si riferiscono. Aggiungerò che vi sono ancora alcuni antichi scrittori, dei quali non si può affermare che abbian servito di fonte ad Igino, ma che rappresentano abbastanza bene l’astronomia dei commentatori di Arato e dei mitografi. Sono Gemino, Ipparco, Achille Tazio, tutti raccolti nell’Uranologion del Petavio, che forma il 3.° volume della Doctrina Temporum di questo grande erudito, ed è un vero tesoro per la storia dell’astronomia, specialmente per ciò che riguarda lo svolgimento di questa scienza prima e fuori della scuola d’Alessandria. Può consultare anche, fra gli storici dell’astronomia, Sohaubach e Cornewall Lewis. Gli altri storici, Bailly, Delambre, Wolf, Maedler, sono affatto privi di senso critico e servono ben poco. La storia dell’astronomia greca è ancora da fare.
      Vengo da ultimo alla speciale difficoltà da Lei incontrata nel passo d’Igino a pagina 24 dell’edizione di Bunte.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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