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      Ma senza uscire dalla p. 24 Bunte, cosa significa nella linea prima in finitime mundi ? Suppongo che il testo avrà avuto ???? ovvero ???????; e che la giusta traduzione avrebbe dovuto essere in descriptione mundi. Più sotto alla linea decima vi è il passo, anche da Lei notato come dubbio, cuius centron ipse est polus finitus. Che cosa è il polus finitus ? Il polo non è nè finito nè infinito, ma è un punto; quindi al più potrebbe essere infinitamente piccolo. Sospetto che il testo greco tradotto da Igino avesse ??????, dando così il vero e plausibile senso di polus visibilis, e che Igino (o il copista del suo manoscritto) abbia letto invece ????? ???????; che equivale realmente a polus finitus. Ella che sa meglio di me il greco ed il latino, potrà giudicare con maggior competenza su queste cose. Ad ogni modo credo che rispetto a questo libro d’Igino si può venir a capo di molte difficoltà, studiando gli equivalenti greci delle parole e delle frasi che danno impaccio. Io ho supposto finora che la colpa sia d’Igino, il quale può avere inteso male il greco, se egli era latino; ma poteva esser anche un greco ed intender bene il greco, ma non conoscer bene il senso di certi vocaboli latini. E potrebbe anche darsi che tutto il libro originariamente fosse scritto in greco da Igino, e che noi ne avessimo solo una cattiva traduzione fatta da persona ignota. Di tutte queste cose l’esame filologico accurato e la comparazione cogli altri scritti del medesimo gruppo, potranno dare nozioni sicure e non semplici congetture.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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