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      135Che i sacerdoti egiziani abbiano definito la durata dell’anno per mezzo delle osservazioni delle stelle e non per mezzo delle osservazioni del Sole, ci è attestato dall’autorità più competente che si possa immaginare, cioè dai sacerdoti egiziani stessi. Infatti i sacerdoti d’Eliopoli assicurarono concordemente Erodoto «che gli Egiziani avevano primi inventato l’anno e la sua divisione in dodici parti», e dicevano «che essi erano giunti a conoscerlo per mezzo delle stelle (????? ?? ???????? ?? ??? ?????? ??????) HERODOTI, Heuterpe, c. 4. Non si parla qui di solstizi. Non nego del resto che in questa materia mi sta contro l’imponente autorità di Biot (Recherches sur l’année vague des Égyptiens. . 560 del vol. XIII delle Memorie dell’Accademia di Parigi), il quale suppone, dietro la testimonianza di Gemino, un uso esteso delle osservazioni solstiziali presso gli Egiziani. Gemino però dice soltanto che gli Egiziani osservavano i solstizi al suo tempo (Uranologion PETAVII. p. 34). Del resto Biot ammette, che gli Egiziani possedessero fino dall’anno 3285 a Cristo un di cognizioni astronomiche assai maggiore di quello che genersi è disposti a conceder loro anche per epoche assai più recenti; cioè, non solo le osservazioni dei solstizi, ma anche la cognizione dell’anomalia del movimento del Sole, quella della precessione, ed un’esatta misura dell’anno solare. Fin d’allora essi avrebbero conosciuto e usato alcune costellazioni dello zodiaco greco, colle figure identiche ed in posizione simile a quella con cui sono disegnate ancora sulle nostre carte.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo III
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 336

   





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