Pagina (19/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      30, 1). Cicerone ebbe senza dubbio in vista questo passaggio nella relazione tanto citata: Aristotele disse tutti gli uomini d’ingegno esser melanconici (Tusc. I, 33). Shakespeare ha dipinto molto piacevolmente questa grande diversità del temperamento generale; La natura si diverte qualche volta a formare esseri curiosi. V’ha chi si dà a fare continuamente gli occhietti piccoli e che si mette a ridere come un pappagallo davanti un semplice suonator di cornamusa, e v’ha chi tiene una tale fisonomia d’aceto che non scoprirebbe i suoi denti, pur per sorridere, quand’anche il grave Nestore giurasse ch’ei ha udito or ora uno scherzo dei più ameni. (Il Mercante di Venezia, scena I).
      È questa stessa diversità che Platone disegna colle parole duskolos (d’umore difficile), ed eukolos (d’umore facile). Essa può esser ridotta alla suscettibilità, molto diversa nei diversi individui, per le impressioni piacevoli o disaggradevoli, in conseguenza della quale Tizio ride ancora di ciò che mette Cajo in disperazione. E di più la suscettibilità per le impressioni piacevoli è d’ordinario tanto più piccola quanto quella per le impressioni disaggradevoli è più forte, e viceversa. A probabilità eguali di buono o cattivo esito in un affare, il duskolos si stizzerà o si affliggerà dell’insuccesso, e non si rallegrerà per la riuscita; l’eukolos invece non sarà nè stizzito nè afflitto per il cattivo esito, e sarà contento per il buon successo. Se, nove volte su dieci, il duskolos riesce ne’ suoi progetti, ei non si rallegrerà per le nove volte riescite a bene, ma sarà triste per il cattivo esito della decima; nel caso inverso l’eukolos sarà consolato e contento per l’unico successo felice.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





Aristotele Tusc Nestore Il Mercante Venezia Platone Tizio Cajo