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      Chi invece ebbe dai genitori una fortuna sufficiente per vivere sarà d’ordinario recalcitrante; egli è uso a camminare colla testa alta; egli non ha imparato tutti questi giuochi di flessibilità; fors’anche egli pensa di giovarsi di quel certo talento che possede e di cui dovrebbe piuttosto comprendere l’insufficienza in faccia a ciò che succede con il mediocre e lo strisciante (9); egli è pure capace di notare l’inferiorità di coloro che sono posti al di sopra di lui, e finalmente, quando le cose toccano l’indegnità, egli doventa restìo ed ombroso. Non si va avanti nel mondo così; alla fine potrà accadergli di dire con Voltaire, quell’impudente: Non abbiamo che due giorni da vivere, non vale la pena di passarli strisciando davanti spregevoli bricconi. Disgraziatamente, sia detto strada facendo, spregevole briccone è un attributo per il quale esiste in questo mondo un numero maledettamente grande di soggetti. Possiamo dunque vedere che ciò che dice Giovenale (Sat. II, v. 164): Non facilmente emergono coloro al cui merito pone ostacolo la povertà, si applica piuttosto alla carriera delle persone eminenti che a quella degli uomini di mondo.
      Tra le cose che si possede non ho annoverato moglie e figli perchè si è piuttosto posseduti da loro. Si potrebbe più ragionevolmente comprendervi gli amici, ma qui pure il proprietario deve nella stessa misura essere anche proprietà dell’altro.
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      CAPITOLO IV___
      Di ciò che si rappresenta.
      1. Dell’opinione altrui.
      Ciò che rappresentiamo, o, in altri termini, la nostra esistenza nell’opinione altrui è generalmente, in conseguenza di una debolezza particolare della nostra natura, troppo apprezzata, benchè la più piccola riflessione possa insegnarci che tutto questo per sè stesso non ha importanza alcuna per la nostra felicità. Sicchè si dura fatica a spiegarsi la grande soddisfazione interna che prova un uomo quando s’accorge d’una prova di stima datagli dagli altri, e quando viene lusingata la sua vanità, non ne importa il come.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





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