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      Goethe stesso ha detto: «Se per nascere avessi atteso che mi si dasse la vita, non sarei ancora di questo mondo; potete ben comprenderlo vedendo come si arrabattano coloro che, pur di parer qualche cosa, mi rinnegherebbero volentieri».
      Sicchè, mentre l’onore trova molto di sovente giudici retti, mentre l’invidia non lo attacca e lo si accorda anzi ad ognuno per antecipazione od a credenza, la gloria, tutto al contrario, deve esser conquistata con seria lotta, a dispetto dell’invidia, ed è un tribunale di giudici decisamente sfavorevoli che decreta la palma. Possiamo e vogliamo divider l’onore con tutti, ma la gloria acquistata da un altro diminuisce la nostra o ce ne rende la conquista più penosa. Inoltre la difficoltà d’arrivare alla gloria colle opere è in ragione inversa del numero d’individui di cui si compone il pubblico dedicatosi ad esse, e ciò per motivi facili a comprendere. Sicchè la fatica è più grande per le opere che hanno per iscopo l’istruire che non per quelle che son fatte solo per dilettare. Per i lavori di filosofia la difficoltà è ancora più grande perchè l’insegnamento che promettono, dubbio da una parte, senza profitto materiale dall’altra, s’indirizza, fin da bel principio, ad un pubblico di concorrenti.
      Da quanto dicemmo sulle difficoltà di giungere alla gloria deriva che il mondo vedrebbe nascere molto poche opere immortali, od anche nessuna, se coloro che possono produrne non lo facessero per amore stesso di queste opere, per loro propria soddisfazione, e se avessero bisogno dello stimolante della gloria.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282