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      Infatti nel corso dell’esistenza, l’orizzonte delle nostre vedute e delle nostre relazioni va allargandosi. Nell’infanzia esso è limitato ai dintorni più prossimi ed alle relazioni più strette; nell’adolescenza si estende in modo considerevole; nell’età virile abbraccia tutto il corso della nostra vita ed arriva anche a relazioni lontanissime, perfino con Stati e con popoli diversi; nella vecchiezza comprende le generazioni future. Ogni limitazione invece, anche nelle cose dello spirito, giova alla nostra felicità. Perocchè quanto meno sarà eccitata la volontà, tanto meno vi saranno dolori, e noi sappiamo che il dolore è positivo e la felicità semplicemente negativa. Il limitare il cerchio d’azione toglie alla volontà le occasioni esterne d’eccitamento; il limitare lo spirito, le occasioni interne. Quest’ultimo ha solo l’inconveniente di aprir l’accesso alla noia che diviene sorgente indiretta d’innumerevoli patimenti perchè si ricorre a qualunque mezzo per scacciarla; si mette a prova infatti e riunioni, e divertimenti, e il giuoco, e il lusso, e la crapula, e mille altre cose; da ciò danni, rovine e disgrazie d’ogni specie. Difficilis in otio quies (è difficile la pace nell’ozio). In cambio, per dimostrare quanto il limitarsi esternamente giovi alla felicità umana, per quello, bene inteso, che può giovare una cosa qualunque, non abbiamo che da ricordarci come il solo genere di poesia che intende a dipingere le genti felici, l’idillio, le rappresenti sempre poste essenzialmente in una condizione ed in un ambiente dei più ristretti.


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Aforismi sulla saggezza nella vita
di Arthur Shopenhauer
Editore Dumolard Milano
1885 pagine 282

   





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